L’errore più comune quando le persone sono sedute è quello di dimenticarsi che la sedia è un sostegno che permette di muoversi con tutto il corpo. E’ questo dimenticarsi del corpo come unità nella sua vitalità e del motore del movimento – il bacino – che aggrava i danni dello stare seduti.
Come ho già scritto nell’articolo “La sedia come Fitness“, anche la sedia può diventare un’opportunità, ma dobbiamo assolutamente evitare alcuni errori, ecco i principali:
Parto dall’ultimo errore (5), quello della lotta contro la gravità, perché è qualcosa che facciamo anche quando siamo in piedi, dimenticandoci che siamo “costruiti” per contrastare la forza di gravità senza alcuno sforzo. C’è un’impalcatura che spesso dimentichiamo di avere, forte e flessibile allo stesso tempo. Questa impalcatura è lo scheletro. Quando sperimentiamo un buon allineamento scheletrico, facciamo esperienza di un senso di leggerezza e di comodità in qualsiasi posizione, ma anche di potenza nei movimenti, poiché evitiamo sforzi inutili e sfruttiamo al massimo i sostegni su cui scaricare il peso e i piani di appoggio per trarre la propulsione necessaria a trasferire la massa corporea nella direzione che vogliamo. Quando insegno come sentire il supporto delle ossa l’effetto sull’agilità delle persone è sorprendente .
Questione “staticità” (1): il corpo non è mai fermo e il sistema autonomo controlla, coordina e organizza continuamente il nostro equilibrio in modo dinamico, con micromovimenti di cui nemmeno ci accorgiamo, non certo dettati dalla sfera consapevole. Allora direi di iniziare a controllare meno e a osservare di più. Nelle mie lezioni suggerisco di mettere la mente alla finestra, così può godersi lo spettacolo dell’intelligenza del corpo, mentre propongo movimenti dolci e piacevoli ma allo stesso tempo inusuali, che oltrepassano i limiti di schemi sia motori sia mentali. Anche qui l’effetto è sorprendente: le persone si accorgono di avere molte più risorse e talenti di quanto pensassero.
Applicato alla seduta, il principio di movimento ci permette un cambio di paradigma: usare il sedile come pavimento e trasformare i glutei in “piedi” attivi e reattivi. Se a questo aggiungiamo lo scheletro come struttura di sostegno, allineamento e flessibilità, ovviamente attraverso un buon uso delle articolazioni, abbiamo fatto bingo: esattamente come quando siamo in piedi e camminiamo, saltiamo, corriamo, ci chiniamo ecc., utilizzeremo l’articolazione delle anche come asse del movimento, facilitando una buona attivazione e organizzazione muscolare.
La libertà di movimento ci evita la frustrante ricerca di una postura corretta (2), che va a sostituirsi con l’esperienza di una “postura” dinamicamente efficiente.
Fare esperienza del proprio corpo nella sua realtà vivente, anziché cercare di prendere una forma secondo modelli astratti, elimina anche l’idea di “stare diritti” (3) che di solito, perlomeno sulla base di ciò che osservo quando qualcuno vuole “stare diritto”, diventa uno sforzo della schiena. E questo è davvero un grande malinteso, perché la schiena coincide con la parte lombare e dorsale della colonna, ma la colonna inizia nel bacino e finisce alla base del cranio, quindi per essere eretti, allineati e avere una testa libera e ben sostenuta, non si deve pensare alla schiena, ma alla colonna tutta, dalla testa al bacino.
Se osservate il bambino nella foto, non dà un’idea di “stare diritto” eppure è ben eretto, ben sostenuto e allo stesso tempo dinamico, oltre che allegro. Non fa nessuno sforzo e non sta certo pensando alla posizione giusta o alla postura corretta… è in movimento, con il peso trasferito più sull’ischio destro e il resto di sé organizzato in base a questo perno (braccio destro più in avanti, lato destro del torace più esteso, lato sinistro più flesso, ginocchia e caviglie morbide e disponibili, testa sostenuta sopra il bacino ecc.). E non è che questo sia possibile soltanto ai bambini, perché la vitalità, il movimento spontaneo, la funzionalità articolare appartengono a ogni età, se ce lo concediamo, cioè se la smettiamo di irretire la nostra spontanea organizzazione neuro-muscolo-scheletrica in dettami mentali, idee astratte, modelli esterni a noi stessi.
Ultimo errore l’uso degli occhi (4), soprattutto per chi lavora al pc. Per vedere meglio si ha spesso l’abitudine di puntare lo sguardo, azione ahimè seguita dalla proiezione della testa in avanti. Per non stancarsi e ampliare il campo visivo è invece importante “guardare da dietro”, ammorbidendo lo sguardo.. ma questo è un argomento che richiede un approfondimento impossibile in questa sede.
Mi accontento per questa volta di aver enumerato gli errori più gravi nell’idea che abbiamo abitualmente della seduta. Restando validi tutti i consigli classici, come la regolazione dell’altezza della sedia e del tavolo, l’inclinazione dello schermo, alzarsi di tanto in tanto, bere, tenere i palmi sugli occhi ecc., penso che mettere in atto buone abitudini non basti. La differenza la fa la conoscenza, attraverso l’esperienza, del nostro corpo in movimento. E visto che il corpo apprende attraverso il piacere, il ritmo e la musicalità, a gennaio propongo un corso di “Ballo con la sedia”, in cui momenti di anatomia esperienziale e principi della pratica Feldenkrais serviranno per stimolare un processo creativo di “danza spontanea” ed elaborare un “vocabolario del movimento” individuale.
Scrivimi e contattami se vuoi prenotare la tua lezione di prova: info@movimentosano.com, +39 3922793815
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