Il nostro corpo è completamente ricoperto dalla pelle, il primo a
formarsi e il più sensibile dei nostri organi, il nostro primo mezzo
di comunicazione e anche il più efficiente dei nostri mezzi di protezione.
Forse, insieme al cervello, la pelle è il più importante degli
apparati. Il senso più strettamente associato con la pelle, il senso del
tatto, il più importante dei sensi, è il primo a svilupparsi nell’embrione.
umano. (Ashley-Montagu, Il linguaggio della pelle, 2012)
La pelle è un organo di senso potentissimo e raffinatissimo, che ricopre l’intero corpo e collega il dentro e il fuori di noi. In generale viene percepita come “superficie” che ci ammanta, senza pensare alla versatilità e all’importanza in quanto organo di senso più esteso, integrato e interagente con l’intero organismo e con l’ambiente in cui l’organismo vive.
Quando tocchiamo la seta, quando sfioriamo la pelle di un neonato o un petalo di rosa proviamo piacere, così come un contatto gentile ci infonde un generale senso di benessere, ci rilassa e ci fa sentire accolti, benvoluti, rispettati, amati. “Il tocco guarisce” scriveva Moshe Feldenkrais e penso che se ci concedessimo un maggiore contatto nelle nostre abitudini quotidiane staremmo meglio e saremmo più felici.
Solo apparentemente la pelle è un “rivestimento”, poiché possiede un numero enorme di recettori sensoriali. Ogni stimolo che essa riceve viaggia nei paesaggi interiori del nostro corpo attraverso lunghe cellule nervose che giungono al nucleo spinale, penetrando nelle pieghe più profonde del nostro cervello.
Montagu ci spiega che è quello tattile il primo senso a svilupparsi dall’embrione: la pelle ha origine dal più esterno dei tre foglietti embrionali, l’ectoderma, dal quale inoltre si formano i capelli, lo smalto dei denti e gli organi di senso (olfatto, gusto, udito, vista e tatto): tutti connessi a ciò che accade fuori dell’organismo. L’accrescimento e lo sviluppo della pelle procedono per tutta la vita e lo sviluppo della sua sensibilità dipende in gran parte dal genere di stimolazione ambientale che essa riceve. Ciò spiega la facoltà di ricevere e di trasmettere una straordinaria varietà di segnali che producono una vastissima gamma di risposte a tutti i livelli, anche comportamentali, molto di più rispetto a tutti gli altri organi di senso.
Quello che ho scoperto è che dalla pelle possiamo dialogare con muscoli, fasce e ossa, rivitalizzando l’intero corpo, favorendo ossigenazione, circolazione, irrorazione. Con un effetto benefico sull’intero organismo, sul nostro stato d’animo e sui nostri pensieri, grazie a un rinnovato rapporto con noi stesse.
Abbiamo una risorsa letteralmente a portata di mano e invece troppo spesso da adulti perdiamo il senso di valore della comunicazione tattile, non soltanto per dettami culturali, ma anche per l’abitudine a quelle “comodità” che impoveriscono le sensazioni della pelle: dalle scarpe ai vestiti, alle superfici lisce e piane degli oggetti quotidiani, lontani dalla varietà materica che ci offre la natura. Quasi a compensare questa mancanza, la sensorialità tattile è rimasta viva nelle espressioni verbali: c’è chi ha tatto e chi no, chi sente i brividi sulla pelle o lungo la schiena quando si emoziona, chi si sente toccato da un racconto, chi ha la pelle dura e chi ha i nervi a fior di pelle.
Per recuperare questo patrimonio sensoriale, fonte di vita, invito a conoscere se stesse attraverso il tatto come primo gentile passo verso un’intimità con il proprio corpo, una conoscenza reale che da esplorazione diventa anche autocura. Inizialmente le mani tendono ad agire, afferrare, cercare, poi piano piano imparano ad ascoltare, accogliere. Siamo così abituate a fare, a eseguire, che istintivamente saltiamo il passaggio, fondamentale, dello “stare con” e del “sentire”, fondamentali per ri-connettersi al proprio corpo, trovare salute, benessere, bellezza.
La pelle in sé non pensa, ma è sensibilissima,
inoltre ha la facoltà di ricevere e trasmettere una straordinaria
varietà di segnali e di dare una vastissima gamma di risposte, molto
più che tutti gli altri organi di senso: quanto a versatilità va perciò
considerata seconda soltanto al cervello. (Ashley-Montagu, ibidem)
A partire dalla pelle possiamo respirare, muoverci, sciogliere tensioni, rilassarci, coccolarci, aumentare il senso di piacere e piacerci di più. Oltre a ottenere irrorazione per una pelle più elastica, nutrita e luminosa.
Tutto ciò è possibile perché il corpo è un unicum: un’unità morfologica che si basa su un sistema di “scivolamento” e di “scorrimento” (Jean Claude Guimberteau, L’architettura del corpo umano vivente). Al di sotto della pelle vi è un tessuto connettivo lasso che permette lo scorrimento dell’epidermide sopra la fascia profonda. Il tessuto connettivo, un sistema che influenza i sistemi nervoso, endocrino (immunitario) e autonomo, permea l’intero “continuum corporale“, unità adattabile e plasmabile nell’equilibrio tra compressione e tensione secondo il principio di tensegrità. Esso naviga in un mare di proteine (di cui la principale è il collagene) chiamato matrice extracellulare, l’ambiente che permette l’interazione fra le cellule per le loro funzioni vitali. E’ dunque da considerarsi, un vero e proprio network sensoriale che personalmente considero la nostra “mente incorporata”, la saggezza del corpo. E possiamo dialogarci a partire dai messaggi tattili attraverso la pelle per agganciare gli strati più profondi della fascia, l’aponeurosi, i muscoli, gli organi, le ossa, in una qualità di scivolamento e scorrimento che eliminano attriti, tensioni e irrigidimenti, con un’azione lubrificante naturale.
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