Riflettevo sul senso della parola “apprendimento” che nel Metodo Feldenkrais usiamo tanto. Apprendere è acquisire conoscenze, esperienze, tecniche e abilità nuove. Mi viene in mente la parola apprendistato, nome moderno dell’antico “andare a bottega”, che implica un fare e, con il fare, le prove, i tentativi, gli errori, gli “aggiustamenti” e via dicendo, fino a un sedimentare l’esperienza nutrita dalle informazioni affinché diventi competenza. Apprendere diventa quindi un nuovo modo di fare, un nuovo comportamento, una nuova risposta di adattamento alla situazione che si vive, alle intenzioni che si hanno. In questo senso reputo l’apprendimento molto vicino all’azione, a un fare in cui il corpo e la mente sono all’unisono e penso all’apprendimento non soltanto come a un imparare qualcosa, ma a un integrare in sé tutti gli strumenti che mi occorrono per fare quella cosa. E’ così che trovo l’affinità con la pratica Feldenkrais: un apprendistato di vita, certamente guidato da chi ha l’esperienza di come avviene questo apprendistato e può trasmetterla per facilitare il processo, ma rimanendo sempre un apprendistato con una cifra personale e non come un’imitazione, uno spalmarsi sul modello di riferimento, un uscire da se stessi nel tentativo di assomigliare a qualcun altro. Ecco perché mi è venuto alla mente l’aggettivo “spontaneo“, in quanto autonomo e anche intuitivo. Quando si pratica il Feldenkrais, le indicazioni dell’insegnante o il suo tocco leggero sono come un fascio di luce che porta attenzione a un aspetto, poi a un altro e a un altro ancora… un viaggio dell’attenzione che, se non si intromette la mente che controlla, interpreta, pianifica, organizza, permette al corpo di trovare la sua spontanea (istintiva) capacità di adattamento per agire nel modo più efficace possibile, nella possibilità individuale e contestuale di quel preciso momento.
Questo è per me l’apprendimento nel Metodo Feldenkrais e suggerisco a chi si avvicina a questa pratica o a chi la sperimenta da anni, a partire da me stessa, di pensare il meno possibile, di rispettare il corpo che “sa”, stando in rispettosa osservazione.
Il corpo sa quando c’è bisogno di rallentare o quando c’è lo stimolo di accelerare, quando c’è bisogno di riposare o di proseguire, quando un movimento è benefico e quando invece risulta fastidioso… siamo così abituati a eseguire compiti, che il primo apprendimento nel Feldenkrais penso sia quello di rispettare se stessi in questa fiducia nella saggezza corporea.
Ed è bello per me quando una persona mi dice “è sufficiente per me” e decide che per quel momento la lezione si è conclusa. Significa che ha acquisito la capacita di ascoltarsi, rispettarsi, legittimarsi nell’esprimere il proprio bisogno senza il timore di non portare a termine un compito o la preoccupazione di quello che potrebbe pensare “l’insegnante”, senza quindi agire in base alle aspettative altrui. Questo significa che la persona è libera e che ha trovato la strada per diventare insegnante di se stessa, trovando la propria spontaneità e autenticità. Evviva!
Guarda le prossime attività di MovimentoSano e trova il tuo corso di “apprendistato corporeo”.
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